Yoga nidra
La parola “Nidra” deriva dal sanscrito, e significa “sonno”, ma non il sonno come lo intendiamo comunemente. Quando parliamo di Yoga Nidra il sonno è considerato come una condizione mentale, quindi cosciente, in qualche modo “attiva”, e non come uno stato di totale incoscienza, tipico di quando dormiamo. Per capire meglio questo concetto, immagina la sensazione di “semi-coscienza” che provi qualche istante prima di addormentarti.
Attraverso lo Yoga Nidra è possibile indurre questo particolare stato di “sonno”, nel quale il corpo e la mente sono in grado di rilassare le tensioni e favorire alcuni aspetti cerebrali, come la creatività, il problem solving, la diminuzione dello stress e l’aumento del rilassamento. Questa tecnica agisce su quella che potremmo definire l’energia del cervelli ovvero gli impulsi elettrici, che sono misurabili a livello scientifico.
L’attività elettrica cerebrale viene misurata con l’elettro encefalo gramma (EEG), e viene classificata in onde Betha, Alpha, Tetha e Deltha.
- Betha: Le onde Betha rappresentano la capacità di elaborare coscientemente i pensieri, corrispondono ad uno stato mentale vigile, attento e caratterizzano tutte le nostre attività da svegli.
- Alpha: Le onde Alpha sono associate al rilassamento e alla ricettività.Hanno la capacità di fare da ponte tra la mente conscia e quella inconscia e corrispondono a uno stato mentale calmo e tranquillo.Introspezioni intuitive, situazioni creative, ispirazione, motivazione e sogni ad occhi aperti caratterizzano le onde Alpha.
- Tetha: Le onde Thetha rappresentano la nostra creatività inconscia, l’ispirazione e la connessione spirituale. Quando rivolgiamo l’attenzione principalmente al sé interiore, possiamo “andare in onde Thetha”.Per riuscire a mantenere questo stato di coscienza, dobbiamo mantenere il corpo immobile.Solo in questo modo la mente non è distratta dalle percezioni sensoriali.Le onde cerebrali Theta contribuiscono ad una profonda pace interiore, alla creazione di una qualità migliore della vita, alla guarigione fisica ed emozionale, ed a trovare lo scopo e la qualità della vita.
- Deltha: Le onde Deltha caratterizzano il sonno profondo. Sono il livello più profondo del sonno senza sogni, quello in cui il il corpo può completamente concentrarsi sulla guarigione e la crescita.
Yoga Nidra : un metodo sistematico che si compone di uno schema preciso da seguire.
Una sequenza completa che si basa sul metodo tradizionale prevede queste fasi:
- Preparare la pratica: Prima di fare Yoga Nidra bisognerebbe praticare qualche ciclo di saluto al sole per fare in modo di preparare i muscoli del corpo a rimanere fermi per lungo tempo.
- Rilassamento: In questa fase ci si sdraia in shavasana e si inizia a portare l’attenzione verso l’interno.
Risoluzione (Sankalpa).Il Sankapla è il seme del cambiamento, e andrebbe scelto con molta cura, è una frase o un proposito positivo che si ripete mentalmente per tre volte, all’inizio della pratica, quando iniziano a manifestarsi le onde alpha e quindi la mente inizia a diventare più recettiva e quindi equivale a piantare il seme, e per altre tre volte alla fine, quando il rilassamento profondo si manifesta attraverso le onde tetha e betha e quindi la mente è ancor di più recettiva, che equivale ad innaffiare il seme.
Il Sankalpa deve essere ripetuto con decisione e rappresenta qualcosa che ha a che fare con la nostra crescita personale, anche se in alcuni casi è utilizzato anche per guarire da uno stato di malattia.
É proprio attraverso questo seme, o questo proposito, che possiamo riformare la nostra personalità e la direzione della nostra vita, e, se sappiamo cosa desiderare nella vita, il Sankalpa può essere definito “il creatore del nostro destino.
- Rotazione della coscienza: E’ una tecnica che induce al rilassamento fisico facendo muovere la consapevolezza lungo le diverse parti del corpo.Si ascolta la voce guida rimanendo consapevoli e spostando la coscienza tra le diverse parti del corpo.
- Consapevolezza del respiro: In questa fase si continua a rilassare le tensioni fisiche semplicemente continuando a mantenere l’attenzione al respiro.
- Risveglio di sensazioni opposte: E’ una tecnica che serve per armonizzare i due emisferi opposti del cervello e aiuta ad equilibrare i nostri stimoli basilari e a controllare quelle funzioni che normalmente sono inconsce.Questa tecnica aiuta a rilassare le tensioni emozionali.
- Visualizzazioni: Questo rappresenta l’ultimo studio di Yoga Nidra e serve per indurre il rilassamento mentale.In questa fase al praticante viene richiesto di visualizzare alcune immagini.La pratica della visualizzazione produce consapevolezza del sè e porta ad uno stato di concentrazione e/o meditazione.
- Risoluzione (Sankalpa): In questa fase della sequenza la mente è molto più ricettiva e quindi viene di nuovo ripetuto il proprio proposito positivo, cioè il seme che permette al praticante di cambiare il proprio atteggiamento, comportamento e destino.
- Conclusione: La pratica di Yoga Nidra viene completata portando gradualmente la mente dalla condizione di sonno psichico allo stato di veglia.
Yoga Nidra come strumento terapeutico
Durante questa rilassante pratica si appare addormentati, ma in realtà la coscienza lavora ad un livello di consapevolezza più profondo. Fin da subito il praticante inizia a percepire una profonda sensazione di relax, ma gli effetti su tutto l’organismo sono numerosi: tra i più importanti, un rallentamento di tutto il metabolismo, attestato da un ridotto consumo di ossigeno, dalla diminuzione delle pulsazioni cardiache e dall’aumento dell’attività delle onde alfa del cervello. Una sola ora di Yoga Nidra equivale a quattro ore di sonno naturale.
Lo Yoga Nidra è una pratica ideale anche per molte condizioni patologiche, acute o croniche. Per esempio, si è dimostrato efficace per le cardiopatie, la pressione alta, l’asma e il diabete, per chi soffre di problemi digestivi, nelle condizioni degenerative croniche come artrite, tosse e raffreddori. Come utile strumento per gestire condizioni di stress di ogni tipo, lo Yoga Nidra è anche un efficace aiuto nel recupero post-operatorio.